Recensioni di "2512"

Le feste natalizie sono terminate, l’atmosfera si è dissolta, le persone tornano alla loro routine con la speranza che i 365 giorni a venire siano migliori dei precedenti. Oggi mi ritrovo nel freddo e nebbioso nord-ovest Italia per parlarvi di un EP “2512” ,uscito poco prima dell’inverno, con i migliori propositi per non mancare all’appello sulla“lista dei buoni” di Babbo Natale. L’autore è Andrea Vascellari, in arte Lullabier, Classe ’85, in attività dal 2010, che si descrive come un “porta pacchetti di dream-pop & slowcore & drone & minimal-folk”. Ambientate nelle terre del nord-est Italia le quattro canzoni che compongono l’EP ci proiettano nei giorni prenatalizi di una cittadina ai piedi delle montagne Il primo brano Natale a Ceneda, scritto assieme a FARO, è una ninnananna da primo mattino che rimembra il dream pop anni ’90-2000 dei Grandi Laghi del Mid-West – in particolar modo quello di The Aluminium Group e Sufjian Stevens – ottima con il caffè al risveglio. Tra le sue note vengono raccontate classiche scene di gioventù rurale. Si prosegue con Natale a Serravalle, rivisitazione di Astro del ciel di mr. Franz Xaver Guber – un evergreen natalizio più conosciuto come Silent Night. Dopo un mini-intro noise, la lirica, le chitarre e i campanelli vengono accompagnati dalla voce del TG locale di Vittorio Veneto (TV) che annuncia fatti di cronaca locale in contrasto con l’atmosfera e i temi del Santo Natale. Troviamo poi una versione acustica di un suo singolo del 2009 (White Dizziness). Essa ci trasporta nell’immaginario di una passeggiata sotto la neve, Sparklehorse ed Elliot Smith sembrano essere muse per lui durante tutto l’ascolto e questo ci piace. La “favola natalizia” in cui ci porta Lullabier, termina con un suo brano più recente – With A Star del 2011- remixato da Brian John Mitchell. La versione originale presente in una compilation AA.VV. “Six Feet Compilation / Six Feet Below The Snow” con lo stesso tema natalizio, viene invece ora arricchita con riverberi molleggianti rendendola ancora più chamber e lo-fi ma con tanto di albero addobbato e calza sul camino. “2512” è un lavoro che ho apprezzato particolarmente in relazione al clima natalizio che i paesi medio piccoli della provincia creano e vivono. Il solstizio d’inverno e i suoi giorni circostanti, appaiono eccellenti per cullarsi con queste quattro semplici tracce, per qualcuno come per esempio il sottoscritto, su audiocassetta con vista camino e metro di neve in giardino. (Impatto Sonoro)

Did you wake up, as I did, wanting a super chill version of Low’s “Just Like Christmas,” sung in Italian? You did? Well, that works out well for all of us, as Vittorio Veneto’s Lullabier has realized our dream with the leadoff track on his wonderful new EP, 2512. The novelty of hearing this classic song in Italian is not the only draw to the song – the laid-back indiepop orchestration is absolutely beautiful. However, it is the small, but significant, addition of the cabasa (at least that’s what I think they are using – the hand percussion), that evokes a crackling fire and draws out a warmth in this song that I don’t think I have heard before. The other tracks are also excellent – I enjoy the layered spoken word of “Natale A Serravalle (Silent Night),” and the English-language “White Dizziness” is understated and gorgeous. Lullabier has made some wonderful choices, and is very much on my radar now, and I hope yours as well.
Bottom Line: Italy is on the board with this stellar cover by Lullabier, whose warm, beautiful orchestration and production has extracted new qualities from an already beloved song. (Christmas Underground)

Nuova pubblicazione per Lullabier, ossia Andrea Vascellari alfiere del dream-pop italico. Il minimal-folk singer di Vittorio Veneto presenta un E.P. di 4 brani di pura atmosfera natalizia in cui le brume e i colori del Nord Est si materializzano all’ascolto delle dolci e oniriche armonie disegnate dall’artista. Con Natale a Ceneda ci troviamo nel bel mezzo di una qualunque scena serale di una qualsiasi cittadina del Nord; gli amici, il girovagare tra bar e case e strade imbiancate. Natale a Serravalle è la rivisitazione suadente ed eterea del classico natalizio Stille Nacht; chitarre, campanelli e tappeti sonori soffusi e sognanti accompagnano armonie vocali alla Simon & Garfunkel. White Dizziness che fu nel 2009 il primo singolo di Lullabier, è ora riproposto in chiave acustica e soavemente psichedelica. Nuvole di riverberi e di emozioni nella conclusiva With a Star (Brian John Mitchell remix) brano del 2011, basato sul tema di Tu scendi dalle stelle, ora magnificamente pregno di sognante poesia. I quattro brani di questo “2512” ci trasportano in un viaggio sensoriale breve, ma intenso come solo un sogno può essere e proprio come un bel sogno lascia al suo svanire un dolce senso di dolcezza e nostalgia. Bello. (Distorsioni

Couldn’t resist including, truth is it was on our radar a little while back but went astray in the great laptop hissy fit whereupon a sizeable amassing of sound clips went west. Now thankfully tripped across and rescued, this is Lullabier with the ridiculously adorable ‘Natale A Ceneda (feat. Faro)’ – a track taken from an EP’s worthy of cosy toed yuletide tingliness whose sparsely radiant peppering of snowy floral posies had us much of a mind to go rummaging out our prized stash of platters by the much missed Le Mans. That said equally tugging on the heart strings is the fragile and frail acoustic rub of ‘White Dizziness’ a wonderfully hymnal hued honey softly yearned in sleepy headed snow shimmerings. Mind you nothing quite hits the spot than ‘With A Star’ the Brian John Mitchell remix no less, who last time we checked was the head honcho of Silber records – who should hopefully be making several appearances here before the year end, this one demurringly dizzied in the image of Cheval Sombre. (The Sunday Experience)

Lullabier taps into a celebratory spirit on the soothing “2512”. Rather tender in tone, the songs unfurl with a gracefulness. Classical, chamber pop, and folk come together into a satisfying whole. Embracing space, the way these pieces seem to float on into the air feels so majestic. Vocals drift off as if in a fantastic dream. Melodies have a great richness to them, while at times flirting with nearly a drone-like ode. By choosing such a wide variety of styles, Lullabier ensures that the whole collection feels fully realized and emotionally moving. Things start off on a graceful note with the stylish soothing tones of “Natale a Ceneda (feat. Faro)”. Featuring a full choir, the entire track positively sparkles with joy. Guitar and piano intersect in such a gorgeous fashion. Little details go a long way, from the little flourishes of melody to the quiet rhythm. Multifaceted with its approach “Natale a Serravalle” celebrates togetherness with acoustic guitars drifting up into the air. Intimacy gives “White Dizziness (acoustic)” a lovely hue. Quite patiently Lullabier go for a meditative emotional approach, as the song unfurls with a degree of timelessness. Voices come together to become a great tapestry of sound. By far the highlight of the collection “With a star (Brian John Mitchell Remix)” feels akin to a sonic blanket, with the many layers working to deliver something that feels so reassuring. Ending the collection “With a star (Brian John Mitchell Remix)” feels the just right level of sleepiness. With “2512” Lullabier go for an intimate style, one that feels so warm and inviting. (Beach Sloth)

Quand mon artiste de slowcore italien préféré (mais non il n'y en a pas qu'un !) sort un EP de chants de Noël retravaillés dans sa langue d'origine, forcément je suis fortement intéressé. D'autant que si je ne suis pas forcément un grand amateur de tout ce qui touche aux fêtes de fin d'année, j'apprécie en revanche toutes les compositions originales ou interprétations décalées qu'elles peuvent faire naître chez les artistes "indés". Or il n'y a pas de ça ici, Lullabier restant extrêmement fidèle à l'esprit de Noël, tout en se réappropriant musicalement le truc. Bref, c'est beau, c'est relaxant mais ça reste difficile à écouter à un autre moment qu'en décembre...(Dans Le Mur Du Son)

"Nylon" reviews

Particolare interessante come Vittorio Veneto sia un luogo speciale per la musica: gruppi ed etichette di quella città hanno sempre qualcosa da dire e sempre su temi che mi trovano interessato, non credo che sia un caso. Se aggiungo poi che per motivi extra musicali è un posto che frequento, che mi piace la glera e anche il montasio… dovrei chiedere la residenza! Scopro solo oggi Andrea Vascellari (parente di Nico? non importa, attivo anche come Lullabier) e il suo progetto ambient drone Firetail: l’uscita digitale è davvero concisa, con tre brani per nemmeno un quarto d’ora di sola chitarra acustica ed effetti ma vale la pena non lasciarla da parte, soprattutto se siete come me fan dell’ambient tranquilla e malinconica. Tra tutti i riferimenti possibili quello di Nathan Amundson/Rivulets (uscito anche su Silentes, sempre di Vittorio Veneto) è il più vicino e non è un nome da poco: melodie dolci ed echi vi culleranno per quei pochi minuti e dopo vi ritroverete come alla fine di un breve sogno ad occhi aperti da pomeriggio di fine estate. (Sodapop)

Firetail goes for a subtle style with the subdued “Nylon”. By opting for such a delicate touch, the pieces resonate much more strongly. Over the course of the journey everything feels so soothing and so familiar. Every piece builds off the last, resulting in an unspoken narrative. By taking on a hushed awe, the pieces have a meditative quality to them. Volume works wonders in revealing the many charms, the gorgeous twists and turns that Firetail embarks upon. Gentle to its very core, Firetail’s restraint results in an interesting intersection of shoegaze meets drone, post-rock meets classical. Multifaceted, Firetail presents a soothing sort of realm one that feels vibrant. Pastoral imagery flashes across the tactile work of “June Bugs” which opens the collection up with an understated gracefulness. Coming into bloom with such care the entirety of the piece works wonders, delving into a mysticism of sorts. On “Own Temple” the song burrows into the psyche, as various guitar feedback gathers greater levels of intensity. Usage of layers further ensures that the evolution of the track becomes outright impossible to fully pin down. By far the highlight of the collection comes at its conclusion, the intricate ornate “Rose Keeper”. Aptly named, the song possesses a tremendous amount of color. Embracing a hypnotic sort of looping everything simply revolves around the deeply felt heart of the piece, the tender tones. With “Nylon” Firetail effortlessly merges ambient, rock, and drone into a satisfying reassuring whole. (Beach sloth)

After a three year wait, Italian artist/producer Firetail, aka Andrea Vascellari, has returned, with a new EP, Nylon. The three tracks are an original take on ambient music, having been performed entirely in one take and utilizing only a classical guitar. Eschewing the normal banks of synths, Vascellari creates a mesmerizing soundscape of varied sonic vibes. Lush and pleasing, he takes the classical guitar into otherworldly textures and soothing melodic structures, that at times suggest violin and cello. An altogether imaginative and welcome experience. (Floorshime zipper boots)

Firetail is the endeavor of Andrea Vascellari, who recorded this 14-minute EP in one take earlier this month. Aptly titled, Nylon features just classical guitar, albeit heavily processed. The result is a set of three short drones. The source material for each can be discerned with careful listening – vibrating, rattling, and scraping of strings. But from there Vascellari uses delays to overlap tones into rolling waves of sound that ebb and flow. While minimalist in nature, Nylon encompasses both pastoral and mildly harsh moments. Vascellari is at his best when unleashes rapidly morphing walls of noise that demand the listener’s attention. Still, Nylon can be enjoyed on many levels, and the detail therein will reward those who are looking for immersive or observational musical experiences. (Avant music news)

2512

La prima cosa pubblicata a nome di Lullabier è stata White Dizzines, una nenia lo-fi che nel 2009 Brian John Mitchell volle inserire in una compilation natalizia della sua cult-label Silber Records.
Oggi ho il privilegio di poter collaborare nuovamente con Brian: sotto la doppia egida Silber e VeniVersus esce infatti 2512, un breve ma intenso EP natalizio, frutto anche della collaborazione con l'amico Faro (Stefano Faraon), in cui a brani originali sono affiancate le rivisitazioni di classici come Stille Nacht e Just Like Christmas.
Oltre che in formato digitale, l'EP può essere acquistato tramite BandCamp in Vinyl-CD (edizione limitata di 33 copie, in cartonato a 4 facciate formato A5,  artwork spettacolare di Sebastiano Girardello, e copy number timbrato a mano sulla superficie del cd).